Forse al posto del grande buco nero che si pensa ci sia al centro della nostra galassia ci starebbe, invece, un wormhole, ovvero un cunicolo spazio-temporale, una sorta di strada che conduce a un’altra parte dell’universo o perfino a un altro del tutto nuovo. È la tesi avanzata da due scienziati della Fudan University di Shangai: si tratta dell’italiano Cosimo Bambi e del cinese Zilong Li. Solo dopo anni di osservazioni con un nuovo tipo di telescopio – un interferometro a raggi infrarossi chiamato Gravity – si potrà scoprire se i due hanno ragione.
Nel dettaglio, Bambi e Li avrebbero scoperto come distinguere questi due oggetti astronomici, il buco nero e il wormhole. Quest’ultimo, seppure sia stato ritenuto possibile dalla teoria della relatività generale, in realtà non è stato mai oggetto di osservazione, nemmeno indiretta, ma ha solleticato la fantasia di tanti autori di libri e film fantascienza. Adesso, grazie allo studio di questi due scienziati della Fudan University, la “porta” della strada per un altro universo potrebbe cessare di essere un cliché letterario e cinematografico per assumere concretezza e diventare una realtà astronomica a tutti gli effetti.
Per giungere a tale conclusione, il ricercatore italiano e quello cinese hanno preso in considerazione uno specifico oggetto spaziale, situato nella Via Lattea e scoperto nel 1974: il Sagittarius A. Dalle varie osservazioni, questo sarebbe risultato piuttosto denso, tanto da poter essere considerato un enorme buco nero al centro della nostra galassia. Ma Bambi e Li hanno avanzato anche un’altra spiegazione: Sagittarius A non sarebbe altro che una strada verso altri universi, creatasi un istante dopo il Big Bang e attorno alla quale si sarebbe formata la nostra galassia.
Ma come hanno fatto i due ricercatori a distinguere un buco nero da un wormhole? Basandosi sul fatto che la luce ha un’estrema difficoltà a sfuggire ai campi gravitazionali di questi tipi di oggetti, hanno concentrato le proprie osservazioni sul plasma che circonda questo tipo di entità e che appare come sbavato ai nostri occhi. Una sbavatura che, però, non è sempre uguale e proprio basandosi sulla differenza osservata in Sagittarius A, i due hanno ipotizzato che possa trattarsi della strada per un altro universo.